Come smaltiamo i rifiuti?
Siamo un impresa che si occupa principalmente di smaltimento e del recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi liquidi e solidi. Con il nostro personale qualificato, possiamo gestire tutto l’iter del ciclo dei rifiuti in maniera agevolata e di sostenere il cliente in ogni fase e nel rispetto delle leggi ambientali.
Cosa sono i rifiuti speciali?
A differenza di quelli urbani, che consistono nei rifiuti che buttiamo nei bidoni di casa, che vengono raccolti per le strade o nelle aree pubbliche e quelli vegetali provenienti dalle aree verdi, i rifiuti speciali necessitano interventi di smaltimento particolari e appositi, e il più delle volte non derivano direttamente dai privati cittadini.
Possono essere classificati sotto questa voce:
- Rifiuti derivanti da lavorazione industriale
- Rifiuti di attività commerciali
- Rifiuti derivanti da attività di recupero e smaltimento rifiuti, fanghi che derivano dal trattamento delle acque e depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi
- Rifiuti derivanti da attività sanitarie
- Macchinari e apparecchiature vecchi o rovinati
- Veicoli a motore e rimorchi ormai inutilizzabili
Secondo il Rapporto sui Rifiuti Speciali redatto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in Italia la produzione dei rifiuti speciali è in costante aumento, tant’è che nel 2016 ha raggiunto le 135 milioni di tonnellate. È inoltre importante sottolineare che il 40,6% dei rifiuti speciali deriva da attività edilizie, quindi si tratta nella maggior parte dei casi di calcinacci e scarti non particolarmente pericolosi, che possono facilmente essere inseriti in progetti di riciclo anche tramite percorsi di economia circolare.
Come si smaltiscono i rifiuti speciali?
A differenza dei rifiuti urbani, che vengono raccolti e gestiti dalla pubblica amministrazione sulla base di una tassa apposita (la tassa sui rifiuti, TARI), lo smaltimento dei rifiuti speciali viene effettuato da un sistema di aziende private. La gestione dei rifiuti speciali avviene prevalentemente attraverso il recupero di materia, ovvero il riciclo. Infatti, nel 2016, in Italia è stato avviato a riciclo ben il 65% dei rifiuti speciali prodotti. Lo stivale quindi si posiziona in prima linea per quanto riguarda la gestione di questo tipo di rifiuto. Altre modalità di gestione riguardano lo smaltimento in discarica, l’incenerimento, l’avvio al recupero di energia.
Rifiuti speciali pericolosi
Sia i rifiuti urbani che quelli speciali comprendono dentro di sé un particolare sottogruppo, che è bene tenere sempre in grande considerazione: quello dei rifiuti pericolosi, che necessitano di un’ulteriore tipo di gestione. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, quelli classificati come pericolosi sono pochi, individuabili prevalentemente nelle pile scariche e nei medicinali scaduti che hanno, infatti, contenitori appositamente dedicati
Parlando invece di rifiuti speciali pericolosi, l’elenco si amplia. Il Ministero dell’Ambiente definisce i rifiuti speciali pericolosi «quei rifiuti generati dalle attività produttive che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti». In pratica, quelli che abbiamo sempre chiamato rifiuti tossici o nocivi, che hanno bisogno di essere trattati per diventare il meno pericolosi possibile. Ma quali sono i rifiuti speciali pericolosi? La maggioranza dei rifiuti speciali pericolosi prodotta in Italia (quasi il 40%) deriva da attività industriali manifatturiere e attività di trattamento rifiuti e risanamento.
Ma può trattarsi anche di scarti derivanti da:
- Raffinazione del petrolio
- Industria fotografica
- Produzioni che utilizzano processi chimici
- Solventi
- Industria metallurgica
- Produzione conciaria e tessile
- Ricerca medica e veterinaria
- Impianti di trattamento dei rifiuti
- Oli esauriti
Come e quando va fatta l’analisi del rifiuto?
L’analisi del rifiuto risulta necessaria, almeno all’atto della prima classificazione, ai fini della definizione della pericolosità del rifiuto e dovrà essere ripetuta periodicamente in relazione a variazioni di composizione del rifiuto o, in caso di nessuna variazione, con lo scopo di dimostrare la persistenza delle caratteristiche di non pericolosità.
Qualora vengano apportate variazioni al ciclo produttivo o alle materie prime impiegate si dovrà comunque procedere ad effettuare una nuova analisi.